Hanno detto di noi…
Caro Maestro Zampieri,
ho ascoltato con piacere il tuo disco (primo Ellepì del 1987, ndr).
E oggi, provare piacere nell’ascoltare è assai difficile,
presi come siamo dalla nevrosi della musica a tutti i costi.
Il tuo Coro ha qualcosa più degli altri: è un di più che avvince, che prende l’anima e il cuore.
Ecco perché ho detto subito “piacere”.
Complimenti per le tue armonizzazioni: sono piene di gusto e di poesia.
Bepi De Marzi
Compositore, Direttore del Coro ‘I Crodaioli’
Arzignano- VI - 1987
Il Coro Lavaredo (il 'mio' Coro) presenta delle assolute novità: componimenti poetici preesistenti, e non costruiti ad hoc, che sono stati rivestiti di musica e d'armonia dal Maestro Luigi Zampieri. E mi sia consentito di affermare, quale autore dei testi, che la veste musicale è perfettamente in sintonia con lo spirito delle composizioni, alle quali il dialetto impreziosisce l'anima. Una proposta nuova, che non si discosta dal filone popolare e che anzi lo sottolinea ripetutamente, in particolare con quell'Ave Maria picenina che è un compendio di popolarità orante.
Ugo Suman
Poeta Scrittore Giornalista
Padova – 1987
Il mondo popolare, e in particolare quello contadino, è un mondo statico, conservatore (nel senso che conserva le proprie tradizioni variandole il meno possibile): ed anche il mondo corale che trae ispirazione da quelle tradizioni, raramente è scosso da novità.
Un’eccezione è questo LP del Coro “Lavaredo” che presenta invece motivi innovativi, specie nel lato A, quando solo i contenuti legano i nuovi canti alla tradizione popolare.
Melodie nuove, quindi, che Luigi Zampieri ha creato per i testi di Ugo Suman, su strutture armoniche solide, ben definite, appena mitigate da artifizi armonici (vedi i frequenti ‘ritardi’) che ne stemperano la quadratura. Melodie lunghe, che trasformandosi si rinnovano e che abbisognano di essere riascoltate più volte (cosa non infrequente in musica) per potere appropriarsene e goderne.
Giorgio Vacchi
Direttore Coro Stelutis
Bologna – 1987
Dopo un breve intervallo, ecco il Coro Lavaredo di Padova.
Altra musica, bella, elaborata dal suo Direttore, Luigi Zampieri, uno che tra i classici della tradizione (Piemontesina, Enrosadira, Inverno alpino) ti mette lì roba d’autore e di cantautore (Love story, Eternamente, Io vagabondo) e raccoglie consensi ed applausi; accostamenti arditi, potranno dire alcuni, ma che certamente cercano di aprire nuove vie alla coralità
Il Settimanale di Abbiategrasso
Milano – 2001
Vestivano – e cantavano – “alla montanara”. Anche il loro nome, “Lavaredo”, diceva talmente di montagna che più non si può. Ma ciò accadeva in un passato che non si è fatto ancora remoto eppure ha cessato di essere prossimo.
Senza mai rinnegare i calzoni alla zuava e la camicia scozzese della prima ora, i “ragazzi” di Luigi Zampieri – affinatisi in quarant’anni di concerti corali – hanno via via imparato l’arte di cambiare... divisa. Fuor di metafora, hanno allargato il loro repertorio ben oltre le pur immortali canzoni rigorosamente incrodate sulle vette alpine e sulle loro leggende, per sperimentare con pieno successo altri canti popolari o d’autore, magari non concepiti per coro, e però sostenuti da alto respiro poetico e armonizzati in modo decisamente felice. Tanto felice da diventare, anch’essi, dei classici.
Bisogna ricordarlo per obiettività, non certo per mortificare chi non ha voluto o saputo imboccare la strada del rinnovamento, forse temendo di uscire da una sorta di ortodossia: il “Lavaredo” appartiene a quella razza di complessi corali che non hanno avuto paura del nuovo, tuttavia mantenendo l’affetto e il rispetto per il meglio del patrimonio musicale antico. Così arricchendo, talora in misura straordinaria, la loro esperienza vocale nonché l’offerta, al pubblico degli appassionati, di brani germinati in culture diverse. Affascinanti proprio in ragione della loro varietà e singolarità. Una operazione riuscita – e che riesce – ai gruppi sorretti da tenacia e passione, e guidati da maestri tecnicamente ben attrezzati. In fondo, si è sempre capito dove c’è l’anima ispiratrice ed educatrice di un vero musicista, e quando invece la delicatissima orchestra delle voci ubbidisce a qualche simpatico personaggio provvisto, al più, di un “buon orecchio”.
Angelo Augello
Giornalista
Padova – 2001
(Resoconto del giornale tedesco ‘Die Glocke’ su una Rassegna Corale organizzata da un Coro amico del Lavaredo, il MännerChor di Ennigerloh, Westfalia, in occasione dei festeggiamenti per il loro 100° anno di attività. Titolo del pezzo: Applausi lunghi minuti per i tre cori da favola).
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Ma doveva ancora arrivare il meglio: quando l’italiano Coro Lavaredo sotto la guida del Maestro Luigi Zampieri ha iniziato con il suo “Bella Ciao” la scaletta di concerto, è stato chiaro che si aveva a che fare con dei veri virtuosi.
Elaborati armonicamente ed eseguiti in modo preciso e minuzioso, il Coro di Padova ha portato qualcosa di tradizionale della loro patria. Senza dubbio il punto più alto della serata.
Die Glocke – Ennigerloh – Westfalia
Germania – 2003
Incisioni su C.D. e Musicassetta
1989: ‘Cantando il Natale’ Musicassetta
1994: ‘Storie, Immagini, Emozioni’ C.D. e M.C.
1999: ‘Revival’ (ristampa LP ‘83 e ‘87) C.D. e M.C.
2004: ‘Di canto in canto’ Solo C.D.
Trasferte:
1987: Grecia (Preveza)
1989: Bulgaria (Sofia)
1997: Svizzera (Lumino)
1998: Polonia (Stettino), Germania, Cecoslovacchia
2002: Francia (Notre Dame de Gravenchon)
2003: Germania (Ennigerloh)
2004: Russia (San Pietroburgo)
2006: Svizzera (Lugano)
2007: Francia (Provenza)
2008: Hämeenlinna – Helsinki (Finlandia)